49^ edizione del Premio Positano Premia la Danza Léonide Massine 11 Settembre 2021

Positano Premia la Danza – Léonide Massine – 49ª Edizione

EDIZIONE SPECIALE dedicata a CARLA FRACCI

Sabato 11 settembre 2021 ore 21

Sagrato della Chiesa di Santa Maria Assunta

Cerimonia di Premiazione e Concerto 

Carla a Positano di M.Capodanno.jpg

IL MONDO DI CARLA A POSITANO

con Beppe Menegatti, Luisa Spinatelli, Amedeo Amodio

Annamaria Morelli, Stéphane Fournial e Giuliana Gargiulo

Contributo speciale in video di

Lucinda Childs e Bob Wilson  

 

“Premio Luca Vespoli” a Clotilde Vayer   

Mostra fotografica a cura di Luciano Romano

“Carla, l’eterna fanciulla danzante” (cit. Montale)

Villa Romana, Cripta – 11-18 settembre 2021

Omaggio musicale dell’Ensemble I Solisti del Teatro di San Carlo

Positano (SA), 8 settembre – Il mondo di Carla Fracci a Positano. La capitale della danza torna come ogni anno a connettersi con le eccellenze globali dell’arte coreutica per una speciale edizione, la 49esima, di “Positano Premia la Danza – Léonide Massine”, sabato 11 settembre alle ore 21.

Sul sagrato della Chiesa di Santa Maria Assunta si celebrerà un palmarès speciale dedicato a Carla Fracci (1936-2021), un omaggio con la ‘regia’ del compagno di una vita, Beppe Menegatti. Tutto il premio quest’anno ruoterà infatti attorno alla figura dell’étoile, che con Positano aveva una relazione specialissima.

Carla Fracci è morta a Milano a 84 anni, il 27 maggio scorso, monumento nazionale, mito del balletto, una delle più grandi artiste della danza mondiale, che con Positano e il premio Massine ha sempre avuto un legame unico, vincendolo più volte e poi diventandone madrina. Quest’anno avrebbe dovuto ritirare il premio alla Carriera proprio al Massine. Non ce l’ha fatta.

Per questo il Comune di Positano e il comitato artistico denominato nel 2021 ‘per Carla’ e composto da Alfio Agostini (direttore di Ballet 2000), Valeria Crippa (Corriere della Sera), Laura Valente (Direttrice artistica Premio Léonide Massine ITALIA) e Roger Salas (El Pais), hanno deciso di dedicare a lei e al ‘suo mondo’ il Premio più antico della danza. 

A chi è stato suo partner, a chi le ha curato regie e coreografie originali, costumi e scenografie, ai grandi ‘artisti’ che hanno condiviso con lei una parte dei loro successi e percorsi professionali di eccellenza.

I Premi saranno assegnati al regista Beppe Menegatti, alla scenografa Luisa Spinatelli, al coreografo Amedeo Amodio, al danzatore e partner Stéphane Fournial, al fotografo Luciano Romano. E tra video e fotografie, veri e propri intarsi di una carriera leggendaria, ci saranno anche le parole di un’altra scenografa e costumista (già premio Positano nel 1995) Annamaria Morelli e dell’amica storica, la giornalista e scrittrice Giuliana Gargiulo, che ha dedicato a Fracci più pubblicazioni. 

Dichiarazione del Sindaco di Positano, Giuseppe Guida:

“Positano ha mantenuto la sua doppia promessa: realizzare anche quest’anno il premio Massine, il più antico del mondo, e dedicarlo doverosamente a Carla Fracci, mito assoluto del balletto, che della vita artistica e culturale positanese è stata una delle fondamentali ispiratrici. Da quando nel maggio scorso ci giunse la triste notizia della sua scomparsa il nostro pensiero è stato quello di realizzare un omaggio autentico, sobrio e prezioso, frutto del lavoro e dell’impegno del comitato artistico e dello spessore dei protagonisti di questa edizione. Aggiungo con orgoglio che quest’anno il premio Luca Vespoli verrà consegnato ad una artista internazionale di alto valore Clotilde Vayer, neo direttrice del Corpo di ballo del Teatro San Carlo. Dopo un’estate ricca di soddisfazioni e grandi successi, e giunta l’ora del riscatto, per ritornare sui passi già fatti, per ripeterli come avviene per la danza, per ritornare a sentirsi liberi di vivere, per ritornare nuovamente ad esprimersi attraverso l’arte più antica del mondo!!! Siamo certi che il 2022 sarà l’anno della definitiva ripresa, l’anno del cinquantenario del Premio Danza Léonide Massine, che consacrerà ancor di più la città di Positano come capitale internazionale dell’arte della danza”.

PERGAMENA PREMIO 

Per gentile concessione del Museo e Archivio Storico della Fondazione Teatro di San Carlo, dal 2017 il simbolo della manifestazione è anche quest’anno un bozzetto di scena di Paolo Ricci realizzato per il balletto PETRUSHKA, riprodotto in carta pergamenata. La pittura del poliedrico artista attivo a Napoli, autore di molti lavori per il teatro, incontrò uno dei titoli più significativi della stagione dei Ballets Russes già coreografato da Massine e di cui Nureyev fu tra gli interpreti ideali. 

MOSTRA 

A Carla, legatissima a Positano e al Premio Massine, sarà dedicata una mostra fotografica curata da Luciano Romano ed ospitata nella Cripta della Villa Romana (11-18 settembre) dal titolo “Carla, eterna fanciulla danzante” (cit. Eugenio Montale).

Contributo speciale in video di Lucinda Childs e Bob Wilson. 

Sarà proposto un contributo speciale in video di due leggende delle performing arts, la coreografa e danzatrice Lucinda Childs e il regista Bob Wilson.

PREMIO VESPOLI a Clotilde Vayer

Il Premio Luca Vespoli è assegnato a Clotilde Vayer, neodirettrice del Balletto del San Carlo. 

Il giovane danzatore positanese Daniele Di Donato, Premio Massine nel 2018 come ‘giovane promessa’, ritorna al premio “per raccontare” i traguardi raggiunti negli ultimi tre ultimi tre anni.

 

Continua il gemellaggio tra Il Premio Positano e il Prix Benois de la dance del Bolshoi di MOSCA, con la direzione artistica di Nina Loory che negli anni ha premiato artisti che si sono esibiti in entrambe le rassegne.

CONCERTO 

Dopo le premiazioni, in chiusura di serata, Omaggio Musicale dell’Ensemble I Solisti del Teatro di San Carlo, che eseguiranno musiche da film, con un programma ‘idealmente dedicato a Carla’ che vedrà esibirsi Daniele Baione (primo violino), Erika Imola Gyarfas (secondo Violino), Angelo Iollo (Viola), Silvano Maria Fusco (Violoncello), Pasquale Maddaluno (Contrabasso), Gianpiero Pannone (Flauto) Francesco Parisi (Oboe), Stefano Bartoli (Clarinetto). In programma musiche che hanno fatto la storia del nostro immaginario: Amarcord  (Nino Rota), La dolce vita (Nino Rota), La passerella di 8 e ½ (Nino Rota), Buongiorno principessa (Nicola Piovani), Deborah’s theme (Ennio Morricone – C’era una volta in America), Gabriel’s oboe (Ennio Morricone),  Godfather waltz (Nino Rota Valzer n. 2), Jazz suite “Eyes wide shut (Dmitrij Šostakovič), Il Postino (Luis Bacalov), Nuovo cinema Paradiso (Ennio Morricone), Oblivion – Enrico IV ( Astor Piazzolla),  Por una cabeza  – Scent of woman (Carlos Gardel), Poverty (Ennio Morricone- C’era una volta in America),  Schindler’s list (John Williams), La vita è bella (Nicola Piovani).

Un docu-corto e pubblicazione e-book saranno dedicati a Carla Fracci e al suo legame con il premio Léonide Massine, attingendo al prezioso archivio del comune di Positano, e non solo.  Il lavoro, a cura di Laura valente, sarà presentato entro dicembre 2021. 

BREVE STORIA DEL PREMIO  

Positano richiama i più grandi artisti della danza sin dagli anni ’20 del secolo scorso quando vi si stabilì un collaboratore di Diaghilev, seguito da Lifar, Bakst, Nijinsky, Stravinsky (oltre a personaggi del mondo artistico come Picasso e Cocteau). Léonide Massine, il ballerino/coreografo dei Ballets Russes, s’innamorò del luogo e Diaghilev gli donò le antistanti isole dette Li Galli. Per le sue strade hanno passeggiato personaggi come Serghei Diaghilev, Vaslav Nižinskij e Rudolf Nureyev che fece di Li Galli un’amata residenza. Il 2 agosto 1969 nasce il Premio Positano. Dieci anni dopo la prima edizione, alla morte di Léonide Massine, il premio, oggi alla vigilia del mezzo secolo di vita, venne intitolato alla sua memoria. La manifestazione ha premiato negli anni (impossibile citarli tutti) celebri artisti, da Margot Fonteyn a Nureyev, da Maurice Béjart a Ekaterina Maximova, Carla Fracci, Luciana Savignano, Elisabetta Terabust, Alessandra Ferri, Roberto Bolle, Mikhail Baryshnikov, Alicia Alonso, Lutz Förster, Vladimir Vassiliev (nella foto con Carla Fracci). Nel 2019 il Premio alla Carriera è andato a Nacho Duato, danzatrice dell’anno Svetlana Zakharova mentre nel 2020 a Viengsay Valdés e Anthony Dowell.

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Carla Fracci

di Alfio Agostini

27 maggio 2021… percossa, attonita la terra al nunzio sta.

Il lettore mi concederà la citazione spropositata. Alla notizia inattesa della sua scomparsa, colpiti e sbalorditi siamo rimasti tutti, in Italia, e non solo nella cerchia della danza. Aveva quasi 85 anni, tutti lo sapevano e nessuno ci pensava. Eppure sentivamo impossibile che potesse mancare; quasi tutti eravamo nati al balletto con lei, era stata la nostra prima “ballerina”, l’avevamo seguita per decenni, tutti, dalla più ingenua ed adorante allieva di danza classica al critico meno compiacente (e parlo per me, che m’impuntai da giovane a cercare le ombre della sua onnipresenza così assoluta ed esclusiva nella danza italiana, per poi finire con l’ammirare anch’io incondizionatamente la grande artista e la sua personalità sobria e impenetrabile, al di là del sorriso soave da madonna del Rinascimento lombardo (“The Madonna of the Ballet”, titolò tanti anni fa il settimanale americano Time).

Una necrologia che riassumesse qui la sua carriera smisurata sarebbe un esercizio senza senso, dopo che la carta stampata e il web l’hanno fatto due mesi fa e dopo quarant’anni lungo i quali questa stessa rivista, nata quando lei era già all’apogeo della carriera, ne ha scritto con continuità. 

Ci limitiamo dunque a queste poche righe e a poche immagini, certi che il lettore sappia già di lei l’essenziale.

Ma per ricordare ai nostri lettori non italiani che Carla Fracci non è stata un fenomeno solo italiano, vorrei raccontare un momento che m’impressionò, al Metropolitan Opera di New York nella serata di gala del 50° anniversario dell’American Ballet Theatre, nel gennaio del 1990. Sfilavano tutte le stelle più amate dai fans della compagnia nella sua storia, da Alicia Alonso a Mikhail Baryshnikov; ciascuno appariva in un filmato storico proiettato sul fondo della scena e poi danzava dal vivo in un breve brano del repertorio dell’ABT. Molti applausi per tutti. Ma quando sullo schermo apparve Carla Fracci in Giselle con Erik Bruhn, scoppiò un’ovazione incontenibile ed emozionante che durò a lungo, con tutto il pubblico del Met in piedi.

Giselle, certo, il suo ruolo identificativo. Beppe Menegatti, suo Pigmalione e marito, dice che Carla lo ha danzato 1000 volte in tutto il mondo. Il numero può sembrare eccessivo, ma è un numero da mito.

Eppure, se mi è permesso ancora un pensiero personale, dirò che il momento magico di Carla Fracci nella mia memoria di spettatore è un altro: quello della finestra che si apre nel primo atto della Sylphide, rivelando lei, immobile, in posa più-che-perfetta, semplice e sublime; una visione, l’altrove che si manifesta sulla terra, un sorriso e un brivido che avvolgeva il teatro. 

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Ufficio stampa – Studio Francesca De Lucia – 0810322209

I PROTAGONISTI 2021

Beppe Menegatti 

Beppe Menegatti, all’anagrafe Giuseppe Menegatti, è nato a Firenze il 6 settembre 1929. Giovanissimo, segue gli spettacoli del Maggio Musicale Fiorentino. L’Accademia Nazionale Silvio D’Amico a Roma gli riconosce la borsa di studio. A metà degli anni Cinquanta viene chiamato da Luchino Visconti come assistente alla regia. Dalla metà degli anni ’50 ha avviato il suo percorso di assistente alla regia, oltre che per il grande Luchino Visconti, con nomi del calibro di Eduardo De Filippo e Vittorio De Sica. Nel corso della sua carriera, ha curato numerose opere, balletti e pièce teatrali di autori come Samuel Beckett e Isac Babel, non rinunciando ad instaurare con Carla Fracci ballerina e compagna di una vita un sodalizio unico nel mondo della danza. Profondo conoscitore dei meccanismi teatrali, Menegatti ha affiancato alle numerose regie operistiche per i grandi teatri, la creazione di drammi di celebri eroine che hanno trovato in Carla Fracci la protagonista ideale e indimenticabile sul palcoscenico. 

 

Amedeo Amodio 

Allievo della scuola di ballo del Teatro alla Scala di Milano e poi danzatore del Balletto scaligero, i suoi interessi lo portano, all’età di 22 anni, a iniziare la carriera di coreografo e ballerino da libero professionista e più tardi ad assumere la direzione artistica di Aterballetto, prima compagnia stabile di danza al di fuori di un ente lirico. Ad Amodio sono affidate le sorti dell’ensemble, ballerini interpreti raffinati di un repertorio vasto che porta la firma di grandi coreografi del ‘900, quali George Balanchine, Roland Petit, Antony Tudor, Léonide Massine, August Bournonville, Kenneth McMillan, Alvin Ailey, Glen Tetley, William Forsythe, Hans van Manen, Maurice Béjart, Micha van Hoecke, Jiří Kylian, Roland Petit, José Limón. Per Aterballetto Amodio firma molte creazioni, alcune delle quali hanno visto la partecipazione di grandi interpreti come Elisabetta Terabust, Alessandra Ferri, Vladimir Derevjanko, Julio Bocca, Roberto Bolle, George Iancu, Alessandro Molin, Massimo Murru, Viviana Durante, Igor Yebra. Nel 1997 è alla direzione del Corpo di Ballo dell’Opera di Roma e nel 2003 del Teatro Massimo di Palermo. Coreografo ospite in molte Compagnie di balletto degli Enti Lirici in Italia e di Compagnie negli Stati Uniti nell’aprile 2015 riceve il “Premio alla carriera” nella giornata Internazionale della danza. 

Luisa Spinatelli 

Diplomata in scenografia con Tito Varisco all’Accademia di Belle Arti di Brera dove insegna “Metodologia della progettazione per lo spettacolo”. Il suo debutto teatrale è al Teatro alla Scala di Milano nel 1965 con il balletto ” Francesca da Rimini. Come assistente di Ezio Frigerio ha avuto l’opportunità di incontrare Giorgio Strehler con il quale ha avuto la fortuna di collaborare e di acquisire quel modo di “fare teatro ” che l’ha accompagnata per tutto il suo percorso di lavoro.  Esercita la sua attività professionale dedicandosi alternativamente alla prosa, alla lirica e al balletto. Ha lavorato in Italia e all’ estero con registi e coreografi che l’hanno coinvolta in spettacoli molto importanti superando la cifra di trecento titoli. Il suo segno artistico l’ha fatta trionfare su tutti i palcoscenici del mondo permettendole di collaborare per una vita al fianco anche della Fracci

 

Lucinda Childs

Danzatrice e coreografa, Lucinda Childs ha segnato la storia della danza contemporanea. È stata la prima a introdurre i concetti di minimalismo e di ripetizione. Nel corso della sua carriera ha creato coreografie per grandi compagnie di danza, e negli ultimi anni ha coreografato e messo in scena varie opere del repertorio classico e contemporaneo, dando nuovo slancio al suo lavoro. Segna il suo percorso la collaborazione con il regista teatrale Robert Wilson e il compositore Philip Glass per la realizzazione dell’opera Einstein on the Beach, diventata oggi una pietra miliare del repertorio. Nel 1976 collabora con loro all’opera Einstein on the Beach nel ruolo di principale performer e coreografa, spettacolo per cui riceve il premio Village Voice Obie. Nel successivo revival del 1984, la Childs coreografa i due interludi dell’opera, intitolati Field Dances. La Childs compare nei maggiori lavori di Wilson, fra cui: Maladie de la Mort di Marguerite Duras, I Was Sitting on my Patio This Guy Appeared I Thought I Was Hallucinating dello stesso Wilson, Quartett di Heiner Müller, White Raven di Wilson e Glass, Adam’s Lament di Arvo Pärt. Ha, inoltre, collaborato con Robert Wilson e Mikhail Baryshnikov per Letter to a Man. Nel 1979 riceve la Guggenheim Fellowship per Dance, spettacolo con le musiche di Philip Glass e il film-scenografia di Sol LeWitt. 

Clotilde Vayer, premio Luca Vespoli 

Classe 1961, si forma alla Scuola di Ballo dell’Opéra di Parigi e nel 1976, a soli 15 anni e con un permesso speciale del Ministero della Cultura, entra a far parte del Corpo di Ballo dello stesso Teatro. Nel 1977 vince la medaglia d’oro al prestigioso concorso internazionale di danza a Varna, in Bulgaria. Nel 1986 sempre all Opéra, diviene prima ballerina. Il suo talento eccezionale l’ha portata a lavorare con Rudolf Nureyev, Gilbert Meyer, Ghislaine Thesmar, Yvette Chauviré, Zizi Jeanmaire, Max Bozzoni, Serge Lifar, Patricia Ruanne, Patrice Bart e Genia Polyakov. Come solista, i titoli con cui è spesso stata identificata includono: Das Lied von der Erde di MacMillan, Manon di Nijinsky e La sagra della primavera di Béjart, Il cappello a tre punte di Massine, Il lago dei cigni, La Bayadere e La bella addormentata di Nureyev. Durante i suoi anni nella Compagnia di Balletto dell’Opéra ha interpretato ruoli da protagonista in coreografie di Lifar, Lacotte, Tudor, Balanchine, Pina Bausch, Neumeier, Mats Ek, Forsyth, Cunningham, Limon, Kylian, Petit e molti altri. Dal 1984 al 1989 è stata membro dell’esclusivo gruppo Nureyev and friends. Nel 2014 il direttore del Balletto dell’Opéra Benjamin Millepied la nomina maître de ballet e assistente alla Direzione, incarico che mantiene anche sotto la direzione di Aurélie Dupont. È stata insignita del titolo di Chevalier de l’Ordre du Mérite dalla Repubblica francese.

Robert Wilson 

Definito dal The New York Times come l’artista più visionario al mondo, è un avanguardistico direttore teatrale, regista e drammaturgo americano. Nell’arco della sua articolata carriera, lavora anche come coreografo, performer, pittore, scultore, video artist e sound/lighting designer. A partire dagli anni Sessanta, le produzioni di Wilson hanno radicalmente sconvolto in forma ed estetica il mondo del teatro e dell’opera lirica fino a quel momento noto. Il suo caratteristico modo di utilizzare la luce, la continua ricerca sul movimento, il rigore classico del design scenico e degli allestimenti scelti, articolano, alimentano e rendono facilmente identificabile la forza e l’originalità della visione di Robert Wilson. Producendo capolavori a cavallo tra le arti, Wilson intraprende legami e collaborazioni con i più autorevoli artisti, scrittori, e musicisti internazionali, continuando ad affascinare giorno dopo giorno il pubblico di tutto il mondo. La collaborazione con Lucinda Childs dura da oltre quarant’anni.

Luciano Romano 

Gli scatti di Luciano Romano dedicati a Carla Fracci sono un unicum. “Ho imparato a fotografare i ballerini guardando Carla danzare”. Molto dopo sarebbero arrivati gli scatti dedicati a Roberto Bolle e gli altri dedicati alle leggende sulle punte. I lavori di Luciano Romano, dalla Scala al San Carlo e Opera di Roma, sono conservati in numerose raccolte pubbliche e private, che si aggiungono alle collezioni di fotografia del MAXXI a Roma o la Robert Rauschenberg Foundation a New York, tra le tante. Ha ottenuto il premio Atlante Italiano 003 conferito dal Ministero dei Beni Culturali in collaborazione con la Triennale di Milano e la nomination al Prix BMW-Paris Photo (Parigi, Carrousel du Louvre, 2007). Ha esposto alla X Biennale Architettura di Venezia, al Museo MADRE di Napoli e al MAXXI di Roma. Nove suoi grandi ritratti in bianco e nero fanno parte dell’nstallazione permanente di Shirin Neshat alla Stazione Toledo della Metropolitana di Napoli. 

 

Stéphane Fournial 

Francese, classe 1961, con un Diploma di Stato per l’Insegnamento della Danza Classica, Fournial per molti degli ultimi anni ha lavorato come produttore e manager. Ricca e variegata la sua carriera come danzatore. Fournial ha ballato nel Ballet de Marseille di Roland Petit, all’Opéra du Nord in Francia, con il Tokyo Ballet e con il Badischestaatheater Karlsruhe. Come guest artist si è esibito in moltissimi teatri in tutto il mondo. Tra i principali: il Theater Munchen, Stuttgart Ballet, Teatro di Varsavia, Scottish Ballet e Mariinsky di San Pietroburgo. In Italia ha danzato al Teatro dell’Opera di Roma, Teatro alla Scala di Milano, Teatro La Fenice e all’Arena di Verona e al Teatro San Carlo di Napoli, città dove oggi risiede essendo attualmente il direttore della Scuola di Ballo del Massimo partenopeo.

Ha danzato come partner di Claude de Vulpian e Carole Arbo dell’Opéra di Parigi), Irena Pasaric (Zagabria), Margaret Illmann (Berlino) e Sofiane Sylve (San Francisco Ballet). Tra le tante produzioni ballate con Carla Fracci ricordiamo “Filumena Marturano”, con le musiche di Nino Rota composte originariamente per la riduzione cinematografica del 1951, la regia di Beppe Menegatti e la coreografia di Luc Bouy. 

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